gestione acquario senza filtro

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  1. Victor Von DOOM
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    Camus, il bello è proprio lì....
    Se devi intervenire tu, non è più una cosa "in equilibrio", ma assistita...a sto punto metti il filtro e tutto il resto, tanto artificiale per artificiale... ;)
    Non è presunzione, c'è chi lo sa fare...ma come hai detto tu, per poter volare bisogna prima saper camminare :)
    Voglio inserire un piccolo stralcio tratto da "L'anello di Re Salomone" di Lorenz, su tutti il mio libro preferito: "L'acquario *è* infatti un universo, dove, come in uno stagno o in un lago naturale, insomma come in un qualsiasi luogo del nostro pianeta, creature animali e vegetali vivono insieme creando un equilibrio biologico. Le piante consumano l'acido carbonico espirato dagli animali e a loro volta esalano ossigeno. E però errato affermare che le piante respirano non come gli animali, ma "alla rovescia": come gli animali esse inspirano ossigeno ed espirano acido carbonico, ma, oltre a questo processo e indipendentemente da esso, le piante in via di accrescimento assimilano l'acido carbonico servendosene per costruire la loro sostanza corporea, e l'ossigeno eliminato eccede quindi quello incorporato con la respirazione. Di questo eccesso di ossigeno vivono uomini e animali. Inoltre le piante sono in grado di assimilare i prodotti della decomposizione di altre creature viventi, reinserendoli nel grande ciclo vitale della materia.
    Ogni disturbo arrecato a questo ciclo, all'equilibrata convivenza di animali e vegetali, produce conseguenze dannose. Per esempio molti acquariofili, sia bambini sia adulti, non resistono alla tentazione di inserire nel recipiente, già pieno di animali fino al limite della tolleranza della sua parte vegetale, ancora questo o quel bel pesciolino. E proprio il nuovo pesciolino può essere la rovina di quel mondo che è l'acquario, così provvidamente difeso e amato. Dall'eccesso di animali deriverà infatti una mancanza di ossigeno; allora qualche organismo prima o poi soccomberà, e la sua morte potrà anche passare inosservata. Ma la decomposizione del suo corpo farà enormemente aumentare i batteri, l'acqua si intorbiderà, l'ossigeno diminuirà ulteriormente; allora moriranno altri animali, e la distruzione si propagherà con ritmo incalzante; alla fine anche la vegetazione comincerà a decomporsi, e quello che pochi giorni prima era stato un delizioso e limpido laghetto popolato di prospere pianticelle e di vivaci animaletti diverrà in breve tempo una disgustosa e puzzolente brodaglia.
    Da questi pericoli l'esperto acquariofilo si difende con l'aerazione artificiale dell'acqua. Tuttavia questo espediente tecnico sminuisce il pregio dell'acquario, che consiste proprio nell'autosufficienza biologica di quel piccolo universo, cui dall'esterno non occorre alcun aiuto, a parte il nutrimento degli animali e la pulizia della vetrina anteriore del recipiente: se infatti vi domina il giusto equilibrio, l'acquario non ha bisogno di essere pulito! Rinunziando ai pesci più grossi, specie a quelli che sommuovono il fondo, nessun danno si avrà se gli escrementi animali e i tessuti vegetali in decomposizione costituiranno a poco a poco uno strato fangoso; anzi, tanto meglio, perché questo strato penetrerà e renderà fertile il fondo, originariamente sterile. Nonostante il fango, l'acqua rimarrà inodore e conserverà la limpidezza cristallina di uno dei nostri laghetti alpini. [...] Naturalmente si può anche impiantare un acquario "elegante", con fondo artificiale e piantine ben distribuite ad arte; un filtro eviterà la formazione di fango e l'aerazione artificiale consentirà di tenervi molti più pesci di quanto non sarebbe possibile in condizioni più naturali. In questo caso le piante avranno una funzione puramente ornamentale, non essendo necessarie agli animali, cui l'aerazione artificiale fornirà abbastanza ossigeno per le loro esigenze vitali.
    E' questione di gusti, ma per me un acquario è una comunità autonoma che si mantiene in vita grazie a un *proprio* equilibrio biologico. Altrimenti si tratta di una specie di stalla, cioè di un ambiente tenuto artificialmente pulito, igienicamente ineccepibile, che non è un fine in se stesso, ma solo un mezzo per contenervi determinati animali.
    Con una grande esperienza e con un delicato intuito biologico è però possibile, entro certi limiti, predeterminare il carattere generale del microcosmo che si svilupperà poi in un acquario, scegliendone oculatamente il fondo, la posizione del recipiente, la temperatura e la luminosità, e infine gli animali che lo popoleranno. In questo consiste l'arte dell'acquariofilo"

    Figurati che penserebbe dei nostri filtri di 5^generazione, dell'immissione di CO2, della fertilizzazione secondo vari protocolli! :D
    Spero di trovare un giorno il coraggio di fare una cosa del genere...non so se ne sarei capace...
    P.S.: kingdjin, bellissimo link ;)

    Edited by Victor Von DOOM - 13/12/2009, 16:31
     
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14 replies since 12/12/2009, 03:06   8434 views
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